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Mer, Apr
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Non sulla pelle dell’ambiente

Editoriali
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È difficile trovare la strada attraverso i segnali contradditori che arrivano da più parti nella giungla delle buone pratiche e della sostenibilità ambientale. Ma tutti possiamo condividere la necessità di praticare la ginnastica dell’equilibrio, in nome della neutralità tecnologica e del buonsenso.

GPL e metano sono carburanti a basso impatto e come tali riconosciuti. Arrivati insieme all’8% del circolante vetture contribuiscono all’abbattimento dell’inquinamento nelle città, tanto da poter circolare anche in caso di limitazioni e da avere un ruolo determinante nella composizione delle quote europee delle alimentazioni alternative. Entrambi possono essere anche bio e si affaccia sul mercato il GNL, che con GPL e metano può oggi affiancare il gasolio nel trasporto pesante con notevoli riduzione dei costi e dell’inquinamento. In questo quadro, si inseriscono però episodi contradittori, a partire dal caso Milano: l’accesso all’area C per i due carburanti gassosi non sarà più gratuito. E ancora, pare che il GPL sarà escluso dall’obbligo di rinnovo flotte per gli enti pubblici previsto dalla direttiva DAFI.

Si fa strada il concetto che il circolante elettrico non inquini, ma i costi ambientali di produzione e smaltimento dove li mettiamo? Senza contare che qualunque sia la propulsione, le polveri dovute agli pneumatici non scompaiono per magia.

Purtroppo i cittadini sono confusi, mentre gli operatori economici hanno validi motivi per essere molto preoccupati: se non si salvaguardano tutte le tecnologie che contribuiscono, nel medio e nel lungo periodo, all’efficienza energetica e alla causa ambientale, si rischiano ripercussioni importanti. Sull’ambiente e sull’economia. È giusto preparare l’infrastruttura elettrica, ma nel farlo non penalizziamo chi in un’infrastruttura ha già investito, come nel caso del GPL e del metano: se trasformazioni e immatricolazioni continuano a diminuire, lo sviluppo della rete auspicato dalla DAFI dove va a finire? Perché non promuovere più seriamente il gas auto, in particolare per gestire al meglio il lungo periodo di transizione verso le emissioni zero che ci aspetta? GPL e metano hanno le carte in regola per essere d’aiuto e tecnologie d’eccellenza. Di più, negli anni della crisi chiedere ai circa 16 milioni di proprietari di vetture da euro 0 a 3 di cambiare auto velocemente non ci sembra realistico. La soluzione è sempre la stessa: la trasformazione a gas. Oppure ci teniamo tutto lo smog?

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