Dalla Conferenza sul clima Cop 26 emergono posizioni molto nette dell’Italia su argomenti di grande impatto per il mondo dell’energia e della mobilità: abbiamo aderito – ma solo come friend, lo step più lieve - al Beyond Oil and Gas Alliance (Boga), promosso da Danimarca e Costarica, che punta alla graduale eliminazione della produzione di petrolio e gas.
L’annuncio da Glasgow del ministro Cingolani: l’Italia è più avanti e abbiamo le idee chiare, il grande piano per le rinnovabili con 70 miliardi di watt per i prossimi 9 anni per arrivare al 2030 con il 70% di energia elettrica pulita. Ma il Bel Paese – come altri produttori di auto quali Germania, Giappone, Stati Uniti e Cina – non figura nell’elenco dei 22 che hanno firmato Route Zero, dove si prevede che tra il 2035 e il 2040 tutti i nuovi autoveicoli venduti saranno elettrici, quanto meno nei principali mercati. Anche tra le case automobilistiche le defezioni sono numerose e solamente Volvo, Ford, GM, Mercedes-Benz, la cinese BYD e Jaguar Land Rover hanno firmato. Così il ministro Giorgetti: Dobbiamo affrontare la transizione ecologica con un approccio tecnologicamente neutrale: decarbonizzazione non può diventare sinonimo di elettrico. Così facciamo diventare ideologico un percorso che invece deve essere razionale.
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