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Sab, Apr
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Sarà un Green New Deal?

Politica
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XVIII legislatura. Il nuovo Governo si è subito pronunciato a favore di un Green New Deal, a partire dalle linee programmatiche in 29 punti predisposte dal presidente del Consiglio.
Al punto sette si parla esplicitamente del Green New Deal da realizzare: un radicale cambio di paradigma culturale che porti a inserire la protezione dell’ambiente e della biodiversità tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale.


Tutti i piani di investimento pubblico – si sostiene – dovranno avere al centro la protezione dell’ambiente, il progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici. Occorre adottare misure che incentivino prassi socialmente responsabili da parte delle imprese; perseguire la piena attuazione della eco-innovazione; introdurre un apposito fondo che valga a orientare, anche su base pluriennale, le iniziative imprenditoriali in questa direzione. È necessario promuovere lo sviluppo tecnologico e le ricerche più innovative in modo da rendere quanto più efficace la “transizione ecologica” e indirizzare l’intero sistema produttivo verso un’economia circolare, che favorisca la cultura del riciclo e dismetta definitivamente la cultura del rifiuto.

NO ALLE TRIVELLE
Anche il punto nove tocca numerosi aspetti. Massima priorità agli interventi per: messa in sicurezza del territorio, contrasto al dissesto idrogeologico, riconversione delle imprese, efficientamento energetico, rigenerazione delle città e delle aree in-terne, mobilità sostenibile e bonifiche.
È necessario accelerare la ricostruzione delle aree terremotate, anche attraverso l’adozione di una normativa organica che consenta di rendere più spedite le procedure.
Occorre intervenire sul consumo del suolo, sul contrasto alle agro-mafie, sulle sofisticazioni alimentari e sui rifiuti zero.
Bisogna introdurre una normativa che non consenta, per il futuro, il rilascio di nuove concessioni di trivellazione per estrazione di idrocarburi. In proposito il Governo promuoverà accordi internazionali che vincolino anche i Paesi del Mediterraneo a evitare quanto più possibile concessioni di trivellazione. Il Governo si impegna anche a favorire la realizzazione di impianti di riciclaggio e, conseguentemente, a ridurre il fabbisogno degli impianti di incenerimento, rendendo non più necessarie nuove autorizzazioni per la loro costruzione.

IL DEF 2019
Durante il Consiglio dei Ministri del 30 settembre è stata approvata la nota di aggiornamento al documento di economia e finanza 2019 (NaDef), su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanzeRoberto Gualtieri.
Per quanto riguarda energia e ambiente, i principali spunti riguardano un fondo da 50 miliardi in 15 anni per rigenerazione urbana, riconversione energetica e incentivo all’utilizzo di fonti rinnovabili, oltre a risorse aggiuntive per poco meno di due miliardi di euro dalla riduzione delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e per circa sette miliardi di euro dalla lotta all’evasione e alle frodi fiscali e dal recupero di gettito attraverso strumenti di pagamento tracciabile.
Nella nota il Governo annuncia poi la presentazione di 23 disegni di legge collegati alla manovra di bilancio 2020-2022, il primo dei quali ha un titolo significativo: Green New Deal e transizione ecologica del Paese.
Il Green New Deal è uno dei pilastri della manovra – ha detto il ministro Gualtieri – con oltre un miliardo di investimenti per il 2020. Forse non saranno in manovra ma vorremmo emettere green bond.
Ora il mondo green attende il Governo alla prova dei fatti. Ecomobile invita i pubblici decisori a supportare la diffusione di una mobilità sempre più sostenibile all’insegna della neutralità tecnologica.

LIBERI E MOBILI, LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE

Tra i suggerimenti dell’associazione ambientalista, presentati a settembre in vista della legge di Bilancio: bonus rottamazione; bonus ai dipendenti che utilizzano mezzi pubblici e sarin; Iva al 10% per la sharing mobility; incentivo pari al 20% del prezzo e fino a un massimo di 3mila euro per l’acquisto di mezzi elettrici leggeri e incentivo invariato per l’acquisto di auto elettriche (non più per le plug in); Iva al 10% per l’acquisto di mezzi elettrici per trasporto pubblico, condiviso e noleggi; lancio della filiera industriale della rigenerazione di autobus e mezzi speciali elettrici; accisa zero e possibilità di ridurre oneri di rete per l’energia elettrica per la ricarica dei veicoli in ambito pubblico; accisa zero per i biocarburanti avanzati e abolizione progressiva dei sussidi per i biocarburanti non avanzati; la già citata rimodulazione delle accise (gettito aggiuntivo di 300 milioni); eliminazione dello sconto sull’accisa per i camion Euro 3 con destinazione del medesimo importo a incentivi per la sostituzione con mezzi a GNL, nella prospettiva del bio-GNL con biometano avanzato, quindi esente accise; introduzione di una tassa portuale o aeroportuale provvisoria per ogni atterraggio e decollo in scali nazionali; trasferimenti ai Comuni legati a piani a basse emissioni, elettrificazione del trasporto, quartieri car free e ridisegno dello spazio pubblico.

DECRETO CLIMA

Potrebbe essere approvato, nell’ambito del decreto clima, il buono mobilità: chi rottama entro il 31 dicembre 2021 auto omologate fino alla classe Euro 3 o motocicli fino a Euro 2 ed Euro 3 a 2 tempi, ottiene fino ad esaurimento delle risorse disponibili (255 milioni) un buono mobilità pari ad euro 1.500 per le autovetture e 500 per i motocicli per essere utilizzato, entro i successivi tre anni, per l’acquisto, anche a favore di conviventi, di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale e di altri servizi ad esso integrativi, nonché di biciclette anche a pedalata assistita. Il buono mobilità non costituisce reddito
imponibile del beneficiario. La misura dovrebbe essere valida solo per i Comuni sotto procedura d’infrazione Ue per smog.

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