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18
Gio, Apr
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Auto, in attesa del vero rilancio

Politica
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Mercato auto, il miglioramento si vede, ma siamo lontani dal recupero, dopo il disastroso stop pandemia.

Agosto è tornato praticamente ai livelli del 2019 (grazie agli incentivi!), ma luglio ha visto un calo a doppia cifra (-11%), anche se in miglioramento rispetto alle flessioni di maggio (-49,6%) e di giugno (-23,1%). La conversione in legge del Decreto Rilancio e il Decreto Agosto hanno visto l’introduzione di un modesto stanziamento a favore del mondo dell’auto: è necessario intervenire a livello governativo per favorire la ripresa. L’auspicio è che le misure in preparazione e anche i flussi di finanziamenti in arrivo dall’Europa tengano conto della centralità del pianeta automotive per il sistema Italia, senza dimenticare le alimentazioni alternative.

 

L’ANALISI DI ANFIA E UNRAE

Paolo Scudieri, presidente di Anfia, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, ha accolto con favore i due provvedimenti governativi e ha commentato: L’auspicio è che gli incentivi siano in grado di indirizzare gli acquisti verso i veicoli a basse emissioni, in coerenza con gli obiettivi europei, e siano diretti anche al rinnovo dei veicoli commerciali leggeri, ad oggi esclusi dal sostegno governativo. Anfia e la filiera industriale dell’auto sono pronti a collaborare con il Governo nella predisposizione di un piano industriale per il settore automotive da definire nei prossimi mesi, anche grazie ai fondi previsti dal Recovery Fund, che dovranno essere utilizzati, in piccola parte, anche per aiutare il settore nella transizione verso le nuove tecnologie, l’elettrificazione e la digitalizzazione. Per Unrae bene il rifinanziamento degli incentivi e gli importi parzialmente maggiorati. Male invece il ritardo e l’allocazione dei fondi fra le varie fasce. L’introduzione di un plafond per ogni singola fascia incentivata non rispetta la reale capacità di assorbimento del mercato: si stima che a fine anno avanzeranno svariate decine di milioni sulla porzione da 0 a 60 g/km, mentre potrebbero mancarne anche di più in quella da 61 a 110. Cosa fare? Per l’associazione dei rappresentanti degli autoveicoli esteri bisognerà agire in sede di conversione.

 CENTRO STUDI PROMOTOR: INTERVENIRE SULLA FISCALITÀ DELLE AUTO AZIENDALI

A fine luglio le auto da immatricolare per ritornare ai livelli del 2019 erano ancora 1.196.029. Lo ha ricordato il Centro Studi Promotor: appare impossibile questo risultato entro il 31 dicembre. Ma l’On. Benamati (autore dell’emendamento al Decreto Rilancio che ha esteso gli incentivi alle vetture Euro 6, ndr) ha dichiarato a Quattroruote che intende proporre l’eliminazione della gravissima discriminazione fiscale delle auto aziendali rispetto agli standard europei e cioè le limitazioni italiane alla detraibilità dell’Iva e alla deducibilità dei costi di esercizio. Se la proposta andasse in porto, l’obiettivo di tornare ai livelli 2019 sarebbe un po’ meno impossibile. Sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor: Sarebbe un bellissimo segnale per l’economia italiana. Il raggiungimento dei livelli del 2019 è il primo traguardo per spiccare il balzo necessario a colmare il divario (-3,98%) tra il Pil 2019 e quello precedente la crisi del 2008 e riprendere un percorso di crescita coerente con quello delle altre economie avanzate con cui l’Italia deve competere.

 

ASSOGASLIQUIDI: INCENTIVARE ANCHE LE TRASFORMAZIONI A GAS

I 50 milioni di euro stanziati prima e gli oltre 400 poi non hanno messo in evidenza il ruolo del GPL e del metano nella fase di transizione, come aveva richiesto invece Assogasliquidi. Nel corso di una recente audizione del presidente Andrea Arzà in Commissione Industria al Senato, l’associazione nazionale imprese gas liquefatti aveva presentato una proposta di intervento articolata su due segmenti.

L’introduzione di misure incentivanti all’acquisto di veicoli nuovi – sostiene l’associazione – contestualmente alla rottamazione di quelli più datati, va nella direzione giusta, anche in relazione ai fattori emissivi considerati (fino a 110 gCO2/km) che consentono al consumatore di avere una più ampia scelta di modelli e di alimentazioni (tra cui anche quelle a gas, GPL e metano). Ma per massimizzare i benefici derivanti da una maggiore penetrazione dei carburanti gassosi nel settore dei trasporti, ed in relazione a quanto già previsto nel PNIEC in merito alla necessità di favorire interventi di retrofit per i veicoli a combustione interna, è necessario prevedere incentivi per la trasformazione a gas delle vetture a benzina più datate. In tal senso, in sede di conversione del DL Rilancio, era stata presentata un’apposita proposta emendativa, al momento non accolta (v. box). RF

 

MISURA RETROFIT A GAS, LA PROPOSTA DI ASSOGASLIQUIDI

L’associazione continua a sostenere l’introduzione di una misura incentivante nel triennio 2020-2022: la conversione di veicoli a benzina, immatricolati come Euro 4 o 5, con impianti a GPL o a metano, con un contributo rispettivamente di 600 e 900 €. Circolerebbero 400.000 veicoli alternativi in più, con una riduzione delle emissioni di circa 7 tonnellate (t) di NOx e 70.000 t di CO2, più ulteriori 2 t di NOx e 21.000 t di CO2 annue dopo i tre anni. Vantaggio economico quantificabile in 117 milioni di € come extra gettito IVA e 16 milioni come maggiore gettito di imposte. Senza contare le ulteriori positive ricadute per l’occupazione e la saluteLa richiesta di Assogasliquidi è giungere quanto prima a un provvedimento che comporta notevoli benefici: sociali per chi non può acquistare un’auto nuova, ambientali per tutta la nazione ed economici per lo stesso erario, oltre che essere un volano per la ripresa dei comparti componentistica e distribuzione dei gas GPL e metano.

 

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