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Sab, Apr
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Stop alle endotermiche: si va avanti, ma nel 2026 si fa il punto

Politica
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Il Parlamento europeo ha votato a favore della proposta della Commissione europea: stop dal 2035 alla vendita di auto con motore endotermico, come previsto dal programma Fit for 55 per il taglio delle emissioni del 55% nel 2030 rispetto al 1990.

Approvato l’emendamento Ferrari, per i costruttori che producono da 1.000 a 10mila veicoli/anno: deroga fino a fine 2035. 
Il Consiglio dei ministri Ue dell’Ambiente si è espresso a favore e ha introdotto l’obiettivo di riduzione emissioni CO2 del 100% entro il 2035 per le auto e i furgoni nuovi e di aumento di riduzione entro il 2030 portandoli al 55% per le auto e al 50% per i furgoni
Si potranno vendere solo modelli 100elettrici o a fuel-cell idrogeno
Respinta la richiesta italiana di posticipare il bando al 2040, ma nel 2026 la Commissione valuterà se riesaminare gli obiettivi tenendo conto degli sviluppi tecnologici. 
Si ipotizza inoltre di consentire tecnologie alternative come carburanti sinteticiibridi plug-in, se capaci di eliminare completamente le emissioni di gas serra. 
Decisa inoltre la fine degli incentivi per i veicoli a zero e basse emissioni (ZLEV) dal 2030
Queste misure devono ora essere negoziate con il Parlamento europeo. 
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani: Per l’uso di rinnovabili nei trasporti (direttiva RED2), possiamo continuare il nostro programma di sostegno dei biocarburanti avanzati, settore in cui l’Italia è all’avanguardia. È stata raggiunta un’apertura importante per l’utilizzo di carburanti sintetici a impatto zero (o molto basso) che consentono la riduzione sostanziale della CO2 anche nei motori tradizionali. Soluzione che per Cingolani ripristina il principio della neutralità tecnologica, a tutela di paesi e fasce più deboli, che potrebbero non essere in grado di completare la transizione alla mobilità elettrica entro la data prevista.

TASSONOMIA: SÌ A GAS E NUCLEARE
Il Parlamento europeo ha respinto una mozione contro l’inclusione del gas e del nucleare tra le attività economiche ecosostenibili: non è stata raggiunta la maggioranza assoluta dei deputati. Se respinta anche dal Consiglio europeo, l’atto delegato sulla tassonomia entrerà in vigore il 1° gennaio 2023, consentendo di inserire attività energetiche collegate al gas fossile e all’energia nucleare tra le attività di transizione che contribuiscono alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

L’APPELLO DI ASSOGASMETANO, FEDERMETANO E ASSOPETROLI-ASSOENERGIA
Sul provvedimento le tre associazioni avevano indirizzato una lettera al presidente del Consiglio e ai ministri della Transizione Ecologica e dello Sviluppo Economico
Le ripercussioni che le misure sulla messa al bando del motore endotermico al 2035 avranno sul sistema distributivo, economico, industriale e occupazionale del nostro Paese sono drammatiche. 
Avallare la proposta europea implica rinunciare ai benefici ottenibili con queste tecnologie e impostare la mobilità del futuro su una sola tecnologia, con conseguenti incertezze dovute a una mancata diversificazione del rischio, affidandosi a soluzioni non mature ed esponendosi a una dipendenza da materie prime (terre rare, litio, ecc.) e tecnologie propri di altri paesi extraeuropei, principalmente asiatici, nel tentativo di convertire l’industria nazionale o europea per colmare un gap difficilmente recuperabile. 
Ciò comporterebbe pesanti conseguenze sul piano occupazionale, con la possibile perdita in Italia di oltre 100.000 posti di lavoro (studio PwC Strategy& – Electric Vehicle Transition Impact Assessment Report 2020 – 2040 di CLEPA, associazione dei componentisti automotive europei).
Le filiere industriali italiane automotive e carburanti, con le imprese della distribuzione, stanno portando avanti da tempo programmi e investimenti per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, il contributo all’abbattimento della CO2 ottenibile con l’uso di combustibili rinnovabili low-carbon e carbon-negative è enorme. 
Le associazioni, nel chiedere al Governo di rinegoziare una soluzione che lasci aperte più vie percorribili per raggiungere i medesimi obiettivi, rilevano che il metodo di valutazione delle emissioni utilizzato (emissioni allo scarico, tank to wheel) non sarebbe adeguato, preferibile quindi rinviare ogni decisione sulle soluzioni adottabili per traguardare la decarbonizzazione almeno fino a quando non saranno disponibili le prime valutazioni delle emissioni dei veicoli leggeri fondate sulla metodologia comune europea che la Commissione dovrebbe sviluppare entro il 31/12/2023 per la valutazione e la comunicazione coerente dei dati di CO2 relativi al ciclo di vita delle emissioni dei veicoli leggeri e sulla valutazione delle prestazioni ambientali complessive dei veicoli stessi, non solo in termini di emissioni di CO2. 
Altro appunto viene fatto in merito alla distribuzione dei carburanti: dopo una fase di razionalizzazione, ammodernamento e liberalizzazione, con il recepimento della Direttiva Dafi 2017 la rete è stata protagonista di importanti investimenti privati e pubblici per favorire l’aumento di punti vendita di soluzioni a basso impatto ambientale (gas naturale compresso e liquefattoGPL, punti di ricarica veicoli elettrici), con un aumento progressivo della quota di combustibili rinnovabili venduti per autotrazione. 
Questa infrastruttura ha un ruolo strategico per una maggiore diffusione dei combustibili rinnovabili, low carbon e carbon-negative e per l’implementazione di una rete efficace di punti di ricarica elettrica ad alta potenza, indispensabile per la diffusione dei veicoli elettrici ma il suo futuro dipende però dall’esito delle negoziazioni.

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