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Sab, Apr
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GNL, in crescita depositi, distributori e parco mezzi

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Il gas naturale liquefatto è un combustibile che si sta facendo benvolere in Italia, come dimostrano i numeri diffusi nel rapporto annuale SSLNG Watch 2019 del centro di ricerche
economico-energetiche REF-E sugli usi finali del GNL in Italia. Dati che confermano e incrementano il primato europeo nei trasporti pesanti dell’Italia, terza nel mondo, dopo Cina e Stati Uniti, con 70 distributori attivi (38 nel 2018, 15 nel 2017).

I DEPOSITI
In totale il numero di impianti dotati di depositi GNL di piccola taglia sale dai 70 del 2018 ai 107 di fine 2019. La crescita è trainata dall’accelerazione nella realizzazione di stazioni di servizio e dal numero di camion in circolazione.
I DISTRIBUTORI
65 i distributori pubblici che a fine anno scorso fornivano GNL ai camion e gas naturale compresso alle automobili, cui vanno sommati 5 distributori aziendali. A questi vanno aggiunti 10 distributori con GNL che forniscono solo gas naturale compresso alle automobili ed uno aziendale per il trasporto pubblico.
Altri 3 distributori pubblici, ancora non recensiti, sono stati inaugurati nel mese di gennaio 2020, confermando le previsioni di crescita di REF-E, che vedono attualmente circa 25 impianti autorizzati e in costruzione e circa 40 in corso di autorizzazione o appalto.

CAMION
A fine 2019 sono raddoppiate le immatricolazioni di camion a GNL (2.174) rispetto al 2018; REF-E valuta al rialzo in circa 2.500 il numero totale comprendendo le immatricolazioni estere. Le previsioni di consumo per i trasporti mostrano una crescita del 290% al 2023 fino a circa 190.000 tonnellate/ anno (t/a); per il GNL per le auto fino a circa 58.000 t/a per un totale di 248.000 t/a. Nel 2019 il costo del GNL è stato di circa il 40% inferiore rispetto al gasolio.
INDUSTRIA E RETI
In ambito industriale sono 5 i nuovi impianti attivi nel 2019, che passano dai 19 del 2018 a 24, stabili gli impianti al servizio di reti isolate che restano 2. Le previsioni di consumo per i settori civile e industriale sono condizionate dalle ipotesi di sviluppo della metanizzazione della Sardegna subordinate alla realizzazione parziale o totale della dorsale sarda.
SARDEGNA
La metanizzazione della Sardegna, che avverrà con l’importazione di GNL nell’isola, potrebbe portare a circa 10.000 t/anno i consumi civili, mentre le utenze industriali, anch’esse condizionate dagli sviluppi sardi, potrebbero arrivare a 22.000 t/anno nelle valutazioni più conservative, per un totale nazionale di circa 32.000 t/anno.

UN AIUTO DAL BIO
Se è vero che al momento dipendiamo dalla Francia per gli approvvigionamenti di GNL, è vero anche che la soluzione potrebbe arrivare dall’agricoltura.
“Le aziende agricole nostre socie – dichiara Piero Gattoni, presidente del Cib, Consorzio Italiano Biogas – hanno in progetto la costruzione di 20 impianti di liquefazione del biometano, alcuni già autorizzati e altri in via di autorizzazione”.
Impianti che produrranno gas rinnovabile liquido usando sottoprodotti agricoli, reflui zootecnici, colture di secondo raccolto. Il primo impianto agricolo di bio-GNL entrerà in funzione nella primavera 2020. L’Italia, quindi, potrà offrire ai 2.500 mezzi oggi presenti un’alternativa all’importazione, con una capacità produttiva da 3 a 20
tonnellate al giorno per singolo impianto.
Attualmente l’86% delle merci viaggia su gomma e i trasporti rappresentano circa il 24% delle emissioni complessive. In Italia il parco circolante è tra i più vecchi d’Europa, ma si stima che un completo rinnovo del parco dei veicoli industriali su gomma possa ridurre di 58 milioni di tonnellate la CO2 emessa.
È necessario sviluppare un’alternativa credibile, sostenibile dal punto di vista ambientale e che permetta al contempo di aumentare la competitività delle nostre aziende. – conclude Gattoni – Presto, l’Italia sarà in grado di superare i casi di blocco dei rifornimenti grazie al contributo di risorse rinnovabili provenienti dalla nostra agricoltura, asset strategico per la decarbonizzazione dei trasporti.

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