H2IT: idrogeno, crescita e ostacoli

H2IT, l’Associazione italiana idrogeno e celle a combustibile, in occasione della sua partecipazione a Key Energy, fiera di riferimento per il mercato delle energie rinnovabili, ha presentato un’anticipazione dell’Osservatorio H2IT sul settore idrogeno in Italia, realizzata consultando i propri soci, che rappresentano tutta la catena del valore dell’idrogeno dalla produzione fino agli usi finali. L’ottimismo che emerge dall’analisi dei dati aggregati delle previsioni delle aziende socie di H2IT è il risultato di segnali finalmente più forti, che però non bastano da soli a fare decollare un mercato – ha commentato Alberto Dossi, Presidente di H2IT –. Serve una strategia ben definita per lo sviluppo del settore che abiliti gli investimenti, con un quadro normativo chiaro e riforme volte a supportare l’adozione delle tecnologie idrogeno in Italia.

QUADRO OTTIMISTA, CHIARI OSTACOLI E SOLUZIONI POSSIBILI

Il 2020 anno complicato per molti settori. Le aziende socie di H2IT hanno però dimostrato un alto livello di resilienza: per il 60%, il fatturato del 2020 relativo alle sole attività idrogeno rispetto al 2019 è rimasto stabile, e per circa 1 su 3 (29%) è addirittura aumentato. Se si guarda alle aspettative per fine 2021 i dati sono ancora più incoraggianti. Ben il 69% prevede un incremento nel giro d’affari, a dimostrazione della forte spinta sull’acceleratore che tutto il sistema Italia, compresa la filiera idrogeno stessa, sta imprimendo al settore. Al di là di come immaginano il futuro della loro azienda, le imprese del network H2IT sono ottimiste quando si parla più in generale dell’intero settore idrogeno: tutte si aspettano una forte crescita, con il 30% che da qui a tre anni crede in un giro d’affari in aumento di oltre il 100%. È l’industria il comparto indicato come più promettente (87%), seguito dai trasporti (76%) e da logistica/infrastrutture (43%).

BENEFICI PER L’OCCUPAZIONE

Una crescita che può potenzialmente generare una rivoluzione occupazionale. Dal Pnrr sono stati stanziati, infatti, 3,2 miliardi, per un giro d’affari che entro il 2050 potrebbe impattare per 40 miliardi sul Pil e creare ben 500mila nuovi posti di lavoro. Le previsioni sull’occupazione sono molto positive (il 14% immagina un boom del +500% da qui al 2023) ma si scontrano con la realtà attuale: per il 92% del campione è ancora difficile trovare personale qualificato. Stimolare il sistema a fare di più per la formazione e favorire la nascita di nuove idee diventa un imperativo categorico. Proprio per questo H2IT, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center, ha di recente avviato Innovahy, iniziativa volta a favorire il percorso di sviluppo di PMI innovative e startup del settore idrogeno.

LE CRITICITÀ E LE ATTESE DALLA POLITICA

Preoccupa l’assenza di un quadro normativo chiaro. Le aziende sono consapevoli che il mercato è poco maturo ma si aspettano uno sforzo in più dalle istituzioni specialmente sul fronte della burocrazia e dei finanziamenti pubblici, e una diminuzione dei costi delle tecnologie grazie a ricerca e sviluppo. Le aziende riconoscono l’impegno del Governo. Poco più della metà del campione (51%) esprime un giudizio positivo sulla strategia avviata dello Stato, con il 31% che non si sbilancia. Ma quali sono le misure necessarie per lo sviluppo della filiera? L’80% delle aziende risponde che servono più investimenti, ma sono in tanti a credere che occorrano maggiore apertura dal sistema finanziario, più sensibilizzazione dell’opinione pubblica e più formazione.