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Mer, Apr
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Il problema della scelta del motore secondo DOXA

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Gli italiani sono sempre più disorientati al momento dell’acquisto dell’auto e diffidenti nei confronti del diesel.

 

Lo dimostra lo studio “Cittadini nel caos: quale motore scegliamo?” illustrato a Milano da Barbara Galli - BU Director di Doxa – e realizzato per #FORUMAutoMotive - movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore - in occasione dell’evento “Tradizione vs innovazione: lo scontro sui carburanti”.L’indagine alimenta l’osservatorio ONTHEMOVE di Doxa sugli italiani e la mobilità nato nel giugno 2017 e conta già circa 17.000 interviste al suo attivo e il monitoraggio delle conversazioni sul web.

L’incertezza sul diesel e sul benzina riguarda prevalentemente il livello di inquinamento prodotto e il valore di rivendita dell’auto. Complici sono le limitazioni alla circolazione anche delle vetture a gasolio di ultima generazione (Euro6), le possibilità di accesso a incentivi per l’acquisto di vetture elettriche e le campagne contro il diesel.

Il 71% e il 68% degli italiani (in crescita di 4 e 7 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione) non vuole acquistare un’auto diesel perché teme rispettivamente i blocchi imposti dai Comuni sulla circolazione e quelli di produzione da parte delle case automobilistiche.

Il 58% ha addirittura paura che la produzione dei diesel possa essere bloccata nell’arco di un paio d’anni (+6 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente), mentre il 13% di italiani rimane convinto che continueranno a circolare per lungo tempo.

Per questi motivi il 29% degli italiani alle prese con l’acquisto dell’auto sembrano privilegiare la “via di mezzo” ovvero la motorizzazione ibrida.

Secondo il 69% degli interpellati, però, comprare un’auto diesel può essere ancora un’ottima scelta per chi “macina chilometri” e il 16% degli italiani dichiara di sentirsi completamente sicuro della propria scelta in relazione al livello di inquinamento prodotto per i motori diesel e benzina.

GLI ITALIANI SI AFFIDANO AL WEB

Il 52% dichiara esplicitamente di sentirsi “disorientato” e 7 italiani su 10 sostiene di avere bisogno di più informazioni di quelle che possiede per fare la scelta giusta dell'alimentazione. 

Per questo motivo molti si affidano alle ricerche sul web e sui social.

Ai guidatori serve una guida.- dichiara Barbara Galli -  Ci troviamo di fronte a cittadini affamati di rassicurazioni, che si rivolgono a tutte le fonti possibili per raccogliere elementi su cui fondare le proprie decisioni. Decisioni con un impatto economico e psicologico di rilievo. L’analisi del search di Google mostra trend in forte crescita delle ricerche online relative a ibrido ed elettrico, con picchi in corrispondenza agli annunci di possibili dismissione del diesel o a blocchi della circolazione, piuttosto che a incentivi o ancora la Legge di bilancio, con la previsione della liberalizzazione della ZTL per auto elettriche e ibride. Anche le dinamiche del conversato, ovvero di post e commenti, nel web interattivo, seguono uno schema analogo. Le 45.000 interazioni nell’ultimo anno sul diesel, raccontano di cittadini coinvolti in e da discussioni sul dieselgate, che non accennano ad esaurirsi, e possibili blocchi e restrizioni. Le quasi 90.000 interazioni sulle auto ibride e le 78.000 sulle elettriche parlano di guidatori attratti dagli incentivi e dall’ecologia in senso lato, ma anche delle loro perplessità (sulla diffusione delle stazioni di ricarica, sulla durata e sulle modalità di smaltimento delle batterie, sulla reale eco-compatibilità dell’elettrico).

Pierluigi Bonora, giornalista e Promotore di #FORUMAutoMotive evidenzia: La lobby anti-diesel, e più in generale ostile alla mobilità a motore, sta prevalendo rispetto a una filiera europea che, su questi temi, si è fatta cogliere in contropiede e, all'inizio, ha forse sottovalutato la potenza di fuoco di chi fa demagogia e rema contro, grazie anche a non pochi sostegni politici. Si è infatti costituita una vera rete di interessi verso una mobilità, allo stato dei fatti, non ancora realizzabile ma sulla bocca di tutti, che ha avuto nel dieselgate del 2015 l'assist fondamentale. Un altro fattore riguarda i media e la disinformazione in generale. La mancanza di verifiche e di interrogativi da parte di molti mezzi d'informazione non ha fatto altro che giocare a favore della maxi lobby anti-diesel. Un esempio è dato dal fatto che si continua erroneamente a indicare la CO2 come un gas inquinante invece che climalterante. […] Resta solo da limitare i danni.

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