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Mer, Apr
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Be Charge e il Comune di Parma realizzeranno una rete di ricarica per veicoli elettrici

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Il Comune di Parma, con la collaborazione di Be Charge, realizzerà una rete di ricarica per veicoli elettrici che prevede 50 stazioni per 100 punti di ricarica, comprese 9 Fast Charge a 100 kW. Lo hanno annunciato nei giorni scorsi il Sindaco Federico Pizzarotti e l’Assessore alle politiche di sostenibilità ambientale del Comune di Parma, Tiziana Benassi, che hanno illustrato durante una conferenza stampa telematica come sia stato possibile dotarsi di questa infrasstruttura di ricarica in tempi brevi e senza ricorso a fondi pubblici. Roberto Colicchio, Head of Business Development Be Charge, ha sottolineato il ruolo determinante dei Comuni negli scenari presenti e futuri della mobilità elettrica post Covid-19.

Siamo orgogliosi di essere uno tra i primi Comuni Emiliani – ha dichiarato Tiziana Benassi – a dotarci di una cosi capillare rete di ricarica per veicoli elettrici. Nella riforma della mobilità che il Comune di Parma sta attuando, l’elettrico ha un ruolo importante. È una valida soluzione per chi si muove in città, per ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico ed è un’opportunità per rendere il nostro territorio una meta più appetibile per il turismo.

Il nostro piano di sviluppo – ha commentato Paolo Martini, A.D. di Be Charge – è ambizioso: contiamo di installare circa 30 mila punti di ricarica sull’intero territorio nazionale nei prossimi 3-5 anni per un investimento complessivo superiore ai 150 milioni di euro.

 

Come dotarsi di una rete di ricarica pubblica 

Dotarsi di una rete di ricarica per veicoli elettrici è per il Comune uno strumento ideale per diventare un polo attrattore per la comunità elettrica. La realizzazione di una rete di ricarica capillare non richiede alcun ricorso a fondi pubblici in quanto gli investimenti sono effettuati dall’operatore privato partner del Comune, così come i costi operativi.

Dopo un primo sopralluogo del distributore di energia, parte il processo di progettazione (SCIA) e installazione delle stazioni di ricarica, il relativo allaccio alla rete elettrica per poi arrivare al collaudo e all’attivazione dei punti di ricarica. L’intero processo richiede tra i 60 e i 120 giorni.

La rete di ricarica diventa un hub intorno al quale è possibile sviluppare nuove attività economiche tradizionali o innovative come i servizi di car sharing e turismo sostenibile. Per il cittadino, tutto questo costituisce un forte incentivo ad acquistare un veicolo elettrico che potrà ricaricare sul territorio nazionale utilizzando una rete di ricarica compatibile con quella del proprio Comune e beneficiando di sconti e promozioni, durante il tempo di ricarica, di attività commerciali in prossimità delle colonnine. 

 

Come effettuare una ricarica

È sufficiente installare e registrarsi sull’app BeCharge scaricabile gratuitamente dagli AppStore Google Play e Apple App Store. Attraverso l’app è possibile visualizzare la mappa di tutte le stazioni di ricarica BeCharge sul territorio, verificare la disponibilità in tempo reale e la tipologia di presa, oltre che il prezzo in euro/kWh erogato. Una volta attivata la ricarica è possibile monitorarne l’avanzamento direttamente dall’app. Il costo della ricarica verrà addebitato sulla carta di credito associata all’account dell’utente.

 

Be Charge presente in tutta Italia

Be Charge punta ad installare la colonnina giusta nel posto giusto: Quick Charge da 22kW in corrente alternata nelle aree urbane e Hyper Charge fino a 300 kW DC nelle aree extraurbane di scorrimento. Sono in realizzazione numerose stazioni in alcuni grandi comuni italiani come Torino (oltre 30 punti di ricarica), Milano (309), Roma (320) e Rimini (100). I primi 30 punti di ricarica sono stati installati a Bologna ed altri progetti sono in fase di approvazione e di installazione.

A testimonianza della capillarità della rete Be Charge, i comuni interessati dall’installazione di punti di ricarica comprendono anche comuni di piccole e medie dimensioni sia al Nord che al Sud oltre che consorzi di comuni come il Consvipo, Consorzio per lo sviluppo del Polesine, i borghi più belli della Sicilia e i Comuni della Valle d’Aosta.

 

 

 

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