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Gio, Apr
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Biometano, il metano italiano

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Quando l’economia diventa circolare
Il biometano per i trasporti è già realtà, non manca nessun tassello normativo. Il biogas utilizzato per generare elettricità e calore è una presenza ormai consolidata: con numeri di tutto rispetto l’Italia è il terzo produttore mondiale, il biometano si affaccia ora sul mercato, con il completamento della normativa che ne regola caratteristiche, produzione, commercializzazione e incentivazione, dando così avvio a una nuova filiera produttiva, tutta italiana.

Si può partire: sono disponibili per le aziende agricole diverse tecnologie che consentono di sottrarre anidride carbonica e altre impurità al biogas per ottenere solo metano, il biometano, appunto. Come proprietà chimico fisiche non è diverso dal gas di origine fossile e può essere ugualmente impiegato come carburante. Per l’utilizzo del prodotto finale si aprono diverse strade.

Autoconsumo, con la costruzione di un distributore interno all’impianto di produzione di biometano, per rifornire i propri mezzi e realizzare così un cerchio completo. Il distributore potrà anche essere messo a disposizione degli automobilisti, oppure di flotte ad esempio per il trasporto pubblico. Vendita del prodotto alle società di distribuzione carburanti, per mezzo di carri bombolai.

Veniamo all’immissione in rete. Per quest’ultimo passaggio, che consentirà di stoccare energia e utilizzarla dove serve (riscaldamento, cogenerazione, autotrazione) è in fase di elaborazione da parte delle istituzioni europee l’aggiornamento del codice di rete. Tra le criticità da risolvere, l’odorizzazione del prodotto. Si prevede che i tempi non siano lunghi.

Cosa ci guadagnano i produttori di biometano? Oltre all’utilizzo di carburante autoprodotto, potranno anche rivenderlo, realizzando un ricavo aggiuntivo e inoltre usufruire di un meccanismo di incentivazione, attraverso i CIC, Certificati di Immissione in Consumo, acquisiti in relazione a quanto prodotto, da vendere a chi (ai petrolieri, per intenderci) non dovesse riuscire a rispettare le quote previste per la miscelazione di carburanti liquidi – benzina e gasolio – con biocarburanti. Il massimo dell’incentivo, che generalmente ha una durata di 20 anni, lo si ottiene costruendo un distributore collegato all’impianto di produzione.

Argomenti approfonditi durante due eventi organizzati dal Consorzio Italiano Biogas. Biometano: le procedure applicative del GSE dall’iter autorizzativo all’utilizzo in extra rete (Bologna il 10 settembre) e Clima-Energia: dagli obiettivi del Protocollo di Kyoto ad Europa 2030. Le potenzialità dello sviluppo del biometano come biocarburante avanzato ospitato a Expo il 24 settembre in collaborazione con Confagricoltura.

È stato ribadito che i tempi sono maturi per investire su questo carburante, rinnovabile e Made in Italy: le aziende agricole e i produttori di biogas, con nuovi e/o aggiornati impianti di produzione, ma anche il settore del gas per auto, distribuzione in primis, che può ricorrere a una nuova fonte di approvvigionamento e collaborare alla sua diffusione.

Come sottolinea il Consorzio Italiano Biogas, il biometano è infatti una fonte di energia potenzialmente inesauribile, che invece di inquinare contribuisce ad abbattere le emissioni clima alteranti e può portare a un rapido taglio delle importazioni di biocarburanti e combustibili fossili dall’estero, oltre a rafforzare la competitività delle imprese agricole e delle stalle italiane.

Nel solo ambito agricolo, esistono già in Italia oltre 1.300 impianti a biogas per una produzione di più di 2 miliardi di metri cubi di gas naturale equivalente che, trasformato in metano, corrispondono ai consumi annui di 2 milioni di veicoli.

In occasione del convegno che si è svolto a Expo, Giuseppe Castiglione, sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, ha dichiarato: In questi ultimi due anni ci siamo fortemente impegnati, in virtù della delega conferita dal Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sostenere le imprese agricole che decidono di investire nella generazione diffusa di energia da fonti rinnovabili, anche nel settore dei trasporti. Continua il percorso verso una green economy concretamente attuabile dalle imprese agricole. Le linee guida del GSE, destinate agli operatori che chiederanno di avere accesso agli incentivi e ai certificati di immissione in consumo, completano la definizione degli aspetti tecnici necessari per consentire l’effettivo avvio della realizzazione dei nuovi impianti.

Mario Guidi, presidente di Confagricoltura: Negli ultimi mesi si sono fatti grandi passi in avanti a livello normativo e regolatorio per dare il via al biometano per autotrazione, biocarburante avanzato la cui produzione si integra perfettamente nell’attività agricola, portando notevoli benefici a livello ambientale, in linea con gli obiettivi europei di contenimento delle emissioni. Non è un caso che Paesi come la Francia abbiano adottato misure specifiche per lo sviluppo delle agroenergie, in particolare del biometano per il rilancio degli allevamenti. L’Italia deve proseguire su questa strada con determinazionecompletando il quadro normativo anche per l’immissione in rete del biometano, rendendo maggiormente trasparente il mercato dei certificati di immissione e recependo in tempi rapidi le nuove disposizioni europee sui biocarburanti che privilegiano anche l’utilizzo delle colture di secondo raccolto.

Piero Gattoni, presidente CIB: Per nutrire il pianeta occorre salvaguardare i suoli. La filiera biogas-biometano è win-win. Da un lato produce elettricità e biocarburanti rinnovabili. Dall’altro contribuisce a creare un’agricoltura carbon negative. Il biogas fatto bene può diventare così motore di uno sviluppo agricolo più sostenibile e attento alla tutela dell’ambiente: dall’aria, con l’abbattimento delle emissioni, al suolo, con l’utilizzo del bio-fertilizzante da digestione anaerobica, che aiuta a chiudere il ciclo del carbonio recuperando la fertilità dei terreni.

 

La normativa di riferimento

Di seguito l’elenco dei provvedimenti che riguardano il biometano. Il primo è del 2011, l’ultimo risale al 5 agosto scorso. • Decreto 3 marzo 2011, n. 28 Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE;

• Decreto 5 dicembre 2013 Modalita’ di incentivazione del biometano immesso nella rete del gas naturale;

• Decreto 10 ottobre 2014 Aggiornamento delle condizioni, dei criteri e delle modalita’ di attuazione dell’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti compresi quelli avanzati;

• Decreto 20 gennaio 2015 Sanzioni amministrative per il mancato raggiungimento dell’obbligo di immissione in consumo di una quota minima di biocarburanti, ai sensi del comma 2, dell’articolo 30-sexies del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito in legge 11 agosto 2014, n. 116.

Completano il quadro:

• Linee guida per la qualificazione degli operatori economici (organizzazioni) della filiera di produzione del biometano ai fini della tracciabilità e del bilancio di massa (UNI/TS 11567) emanate dal CTI il 22 dicembre 2014; • Deliberazione 46/2015/R/gas emanata dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas a febbraio 2015;

• Procedure di qualifica degli impianti di produzione di biometano e quelle applicative per la richiesta e il rilascio degli incentivi, pubblicate dal Gestore Servizi Energetici il 5 agosto.

 

Biometano, cos’è

Il biogas si può ottenere da effluenti zootecnici, sottoprodotti agroindustriali, colture di integrazione e anche dalla frazione organica dei rifiuti urbani. È prodotto attraverso la decomposizione biologica di sostanza organica in assenza di ossigeno in un processo conosciuto come Digestione Anaerobica. Contiene una percentuale di metano tra il 45 e il 55%: il biometano ottenuto da processo di raffinazione (upgrading) che porta la percentuale di metano ad oltre il 95%, eliminando la CO2 (che può essere recuperata, anche per usi alimentari) ed altre impurità o contaminanti. È un biocarburante avanzato se ricavato da elementi elencati nell’allegato III - DM 10.10.2014, come alghe, rifiuti di vario tipo, paglia, concime animale, pule, ecc. Particolare non trascurabile, è prodotto da aziende agricole italiane, creando un perfetto esempio di economia circolare.

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