Gli scienziati del KNMI (Koninklijk Nederlands Meteorologisch Instituut- Istituto Meteorologico Reale Olandese) hanno utilizzato il satellite Copernicus Sentinel-5P per monitorare l’inquinamento in Europa.
I dati hanno evidenziato forti riduzioni delle concentrazioni di biossido di azoto in diverse città importanti d’Europa, in particolare Milano, Parigi e Madrid, in coincidenza con le misure contro la
diffusione del coronavirus Covid-19.
Le immagini satellitari mostrano le concentrazioni di biossido di azoto dal 14 al 25 marzo 2020, rispetto a quelle del 2019.
Henk Eskes, di KNMI, spiega perché sono state scelte queste date: Le concentra concentrazioni di biossido di azoto variano a causa dei cambiamenti del tempo.
Non è possibile trarre conclusioni sulla base di un solo giorno. Combinando i dati per un periodo, 10 giorni in questo caso, vediamo l’impatto dei cambiamenti dovuti all’attività umana.
Da metà febbraio Copernicus ha riscontrato
una riduzione settimanale del 10% sulle concentrazioni superficiali di NO2 nel nord Italia.
Ciò che il satellite osserva – spiega Vincent-Henri Peuch, direttore del
servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus – è proporzionale alla quantità di inquinanti verticalmente integrata, cioè da terra fino alla cima dell’atmosfera: è un dato diverso dalle concentrazioni in superficie e ancora più diverso dalle emissioni.
Alla luce di queste limitazioni, il rilevamento della diminuzione dei livelli di attività è a dir poco notevole. Ciò dimostra la portata delle misure adottate in Italia.
GAS SERRA, ATTESA RIDUZIONE DEL 5/7%
Secondo Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nel primo trimestre 2020 a causa delle restrizioni alla mobilità ci si attende una consistente riduzione delle
emissioni di gas serra: si stima che saranno inferiori del 5-7% rispetto al trimestre 2019.
Calo dovuto principalmente al settore trasporti, a causa della riduzione del traffico in ambito urbano, e in misura minore al settore riscaldamento, per la chiusura di edifici pubblici e aziende.
Tale riduzione – sottolinea Ispra – comunque non contribuisce alla soluzione del problema dei cambiamenti climatici, che ha invece necessità di modifiche strutturali, tecnologiche e comportamentali che riducano al minimo le emissioni di gas serra nel medio e lungo periodo.
ARPA LOMBARDIA: CALANO GLI NOX MA NON IL PARTICOLATO
Regione Lombardia e Arpa Lombardia hanno svolto un’indagine sull’andamento della qualità dell’aria generato dalle misure di restrizione che a partire dal 23 febbraio hanno determinato una variazione delle attività antropiche.
Situazione che rappresenta un laboratorio per comprendere e prevedere quali possano essere le conseguenze dei provvedimenti finalizzati a migliorare la qualità dell’aria.
L’analisi dei dati mostra che le misure hanno determinato una riduzione delle emissioni in particolare da traffico veicolare, che sono più evidenti analizzando le concentrazioni degli inquinanti legati al traffico: NO2, NO e benzene.
Riguardo ai valori di PM10 e PM2.5, i dati dimostrano la stagionalità di questi inquinanti, più elevati nei mesi più freddi dell’anno evidentemente caustia degli impianti di riscaldamento, spesso vetusti. Marzo 2020, pur collocandosi nella fascia bassa della variabilità del periodo, con picchi a Codogno, già in zona rossa, evidenzia, sottolinea l’Agenzia, l’importanza del fenomeno di trasporto del particolato e il fatto che le concentrazioni non sono solo influenzate dalle emissioni di prossimità, ma da tutte quelle del bacino di riferimento. Una nota importante sul PM, la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ha fatto sapere che il Coronavirus Sars-Cov-2 è stato ritrovato sul particolato. Questo aprirebbe la possibilità di testare la presenza del virus sul
particolato atmosferico delle nostre città nei prossimi mesi come indicatore per rilevare precocemente la ricomparsa del Coronavirus e adottare adeguate misure preventive prima dell’inizio di una nuova epidemia.
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