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Editoriale web
Non è mai troppo tardi
«Per
l'automobile, a livello mondiale, è arrivata la resa dei conti e
la situazione in cui si trova l’auto in Italia, è estremamente
seria».
Così Sergio Marchionne,
amministratore delegato della Fiat, ha esordito
nel suo intervento all’ Assemblea Pubblica Annuale dell'Anfia
(Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) che
si è tenuta a Roma il 27 settembre scorso. Le ragioni?
Immatricolazioni in forte calo ogni mese (-29,3% in ottobre),
1,9 milioni di auto immatricolate nel 2010 contro una media di
2,2 degli scorsi anni, crisi economica generalizzata con un
livello di ordini dai concessionari mai così bassi, nessuna
prospettiva di cambiamento in tempi brevi.
Situazione seria,
quindi, che impone scelte serie e «l’onestà
intellettuale per riconoscere quello che non funziona e trovare
il coraggio di cambiarlo per andare avanti».
Avanti verso quale
auto? Non quella a idrogeno o Fuell Cels e neanche quelle
elettriche prima dei prossimi 10 anni. «Può
anche darsi che in un futuro, che personalmente vedo lontano
– ha affermato Marchionne -
viaggeremo tutti
a idrogeno, ma fino a quando non troveremo una
soluzione sostenibile
allo stoccaggio, l'idrogeno resterà una pura illusione. Ora l'idrogeno
è passato di moda ed è la volta dell'elettrico».
L'elettrico
potrebbe rappresentare, in futuro, una soluzione promettente, ma
Marchionne teme che tutti gli sforzi normativi vengano adesso
dirottati su questa tecnologia con un conseguente aumento di
costi senza nessun beneficio immediato. «Gli
esperti internazionali – ha
concluso -
concordano sul
fatto che la quota di
vetture elettriche
non potrà superare il 5% del totale neppure tra dieci anni. Gli
ostacoli a un'ampia diffusione dell'elettrico sono ancora molti.
Il prezzo è ancora troppo elevato, sia a causa dei bassi numeri
di produzione sia a causa del costo della batteria».
Qui siano saltati
sulla sedia. Che l’Uomo in Cachemire abbia letto il
nostro editoriale del numero scorso? Se poi aggiungiamo che l’AD
di FIAT ha affermato che per lui l’unica alternativa ecologica
resterà ancora per molto tempo il metano e il GPL, la nostra
sorpresa è stata totale. Certo queste frasi sono state dette nel
contesto di un discorso lungo e molto politico, ma il segnale è
importante. Meno male. Finalmente, verrebbe da dire.
Già
in apertura il presidente di ANFIA, Eugenio Razelli, ha
anticipato il Marchionne-pensiero proiettando un’immagine
estratta da uno studio JAMA (Associazione dei costruttori di
auto giapponesi) che vede nel 2010 un muro da saltare se si
vuole arrivare all’elettrico, mentre il metano è pronto per
l’uso. Disponibile (e usato). Rezzelli vede quel muro molto alto
e non pensa si possa saltarlo nel 2010, anzi lui lo sposterebbe
più avanti.
Bene: non è mai
troppo tardi. La grande Casa Italo-americana si è convinta che
avevano ragione noi. Quando poi le Case Automobilistiche
scopriranno che prendere a mazzate il comparto dell’after-market
significa distruggere l’humus tecnologico e culturale su cui
cresce l’auto in Italia, vorrà dire che si è cambiata veramente
rotta. Speriamo ci sia però ancora qualcuno ad apprezzarlo e che
non sia “troppo tardi”
Ugo Nazzarro
Se avete commenti o
volete scrivere al direttore, usate:
:
direttore@ecomobile.it
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N.
91 Settembre/Ottobre 2010
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