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Editorial in English
Ma noi ci
saremo
In diverse occasioni
abbiamo scritto e detto che la mobilità privata del futuro, per
essere davvero ecologica, ha bisogno di un “mix energetico”.
Vale a dire non ci sarà un'unica soluzione vincente, ma per
almeno trent’anni saranno percorse, a volte in parallelo,
diverse strade ecologiche prima di arrivare alla meta della
nuova tecnologia sostenibile per il prossimo secolo.
Tra queste opzioni,
sicuramente saranno competitivi i carburanti
gassosi,
peraltro già oggi disponibili e da tempo ecologici; avranno
sempre maggiore spazio le applicazioni ibride e i veicoli
elettrici quando arriveranno nuove tecnologie e batterie. In
merito all’opzione elettrica vorremmo qui solo ricordare quando
ha scritto – il 25 ottobre 2011 - la Staffetta Quotidiana
Petrolifera. Commentando i dati del primo semestre: “nei
primi sei mesi dell'anno sono state vendute 103 auto elettriche
ai privati, lo 0,01% del mercato italiano. Le cose non
vanno molto meglio in Europa: 5.222 vetture a batterie, dato
insignificante se paragonato alle oltre 7 milioni di auto
tradizionali immatricolate nello stesso periodo dell'anno.
Nemmeno gli incentivi statali concessi da diversi Paesi sembrano
efficaci: secondo uno studio della società inglese Jato, in
Danimarca, dove il valore del bonus fra sgravi e altre misure
supera i 20.000 € a veicolo, nel primo semestre sono uscite
dalle concessionarie 238 vetture elettriche. Nella vicina Svezia
si registrano appena dieci unità in più della Spagna. Guida la
classifica la Germania, seguita da Francia e Norvegia, mentre
l'Italia è decima. «Il mercato non decollerà in tempi brevi –
spiega Gian Primo Quagliano, direttore Centro Studi Promotor –
nel 2020 le stime parlano del 10% del venduto. Ma è necessario
ridurre il costo delle batterie e investire nelle
infrastrutture»”.
Questo basterebbe a fugare
ogni dubbio. Riflettiamoci sopra, non per partigianeria, ma
perché è lo scenario reale che si ripeterà per molti anni.
D’accordo che molti fattori ne rallentano la diffusione – uno
per tutti la mancanza dello standard europeo per la ricarica,
previsto solo per il 2017 – ma oggi l’auto elettrica non è
ancora capita o gradita dal pubblico.
Sono forse in arrivo,
Governo permettendo, incentivi specifici, ma saranno solo un
fiore all’occhiello ecologico che sarà ben poco utilizzato.
Pertanto sia gli utenti sia
gli operatori guardino con maggior fiducia alla situazione
attuale e alle prospettive del mercato del gas
per
autotrazione. Non si aspettino queste categorie contributi o
incentivi: adesso non c’è trippa per gatti. Bisogna rimboccarsi
le maniche e offrire prodotti e servizi economici e di qualità.
Il pubblico saprà apprezzare.
Gli utenti certamente sono
più attratti dal vantaggio economico piuttosto che da quello
ecologico e tutti noi abbiamo il rammarico che le nostre
istituzioni non premino nel modo dovuto le indiscutibili
caratteristiche ecologiche del gas per autotrazione. Ma vogliamo
credere che quando finirà questa crisi – e prima o poi finirà –
ci sia ancora un settore pronto a ulteriormente svilupparsi.
Negli anni sessanta
Francesco Guccini faceva cantare ai Nomadi una canzone cult
dove un coro di robuste voci cantava, Noi non ci saremo
quando si vedrà nel cielo una sfera di fuoco. A noi piace
più credere che sopravvivremo alla catastrofe.
.
Ugo Nazzarro
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scrivere al direttore, usate:
:
direttore@ecomobile.it
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N. 97
Oct/ Nov 2011
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