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Ieri, oggi e... domani?
Come
sicuramente la
fantastica Fiat 500 C – nota come Topolino – è una
vettura di ieri, sicuramente il veicolo elettrico (al suo fianco
nella foto) non è la vettura di oggi, mentre non sappiamo ancora
quale sarà la vettura di domani.
Rimanendo sulla Topolino, è indubbio che davvero ha
segnato – in Italia – una svolta per la Fiat del dopoguerra.
Anche se dal 1935 Fiat, con la prima 500 A “balestra corta”,
aveva iniziato un percorso d’avanguardia sia come carrozzeria
sia come motoristica, la Topolino fu la vera prima
utilitaria. Il prezzo era sicuramente alto e l’auto “per tutti”
sarebbe arrivata con la 600 nel 1956, ma già si incominciava ad
intravedere come si sarebbe evoluta l’automobile.
Terminata la guerra, mentre il mondo cercava di lenire le ferite
lasciandosi alle spalle orrori immani, si iniziò a produrre beni
di consumo che dovevano per prima cosa soddisfare i gusti della
gente, ma anche soddisfare le nascenti esigenze di quella
mobilità privata che cominciava ad utilizzare l’auto per piacere
e per lavoro: la Topolino era perfetta. I fortunati
possessori della vetturetta si recavano al lavoro, anche su
medie distanze, e potevano andare in vacanza o in visita ai
parenti lontani. Certamente circolavano anche vetture più
potenti, ma la piccola borghesia italiana giunse al miracolo
economico degli anni ’50-‘60 in Topolino.
Oggi la mobilità elettrica si affaccia al mondo post-petrolifero
con questo veicolo? Vogliamo sperare di no. Non per l’estetica,
soggettiva, ma perché l’auto elettrica non soddisfa ancora le
esigenze della mobilità privata. Potenza max di 20 cv (15
kW) per 80 km/h e 100 km di autonomia, tempo di ricarica 4 ore
con 3kW/h.
La
Topolino di 60 anni fa? 15 cv, velocità 90 km/h, autonomia 250
km, tempo di “ricarica” della benzina 5 minuti.
Trascurando potenza e velocità - meglio se andiamo tutti
più piano in città e fuori - e prendendo atto che, in città,
100 km al giorno sono tanti, si noti il tempo di ricarica per
questa “auto” elettrica e la potenza richiesta: 3 kW.
Bene, la potenza media installata alle famiglie italiane è di 3
kW. Il contatore elettronico ha la tolleranza del 10%: oltre 3.3
kW “scatta”. Di conseguenza partirebbe la corsa a potenze
superiori, cambio di contratti, nuove linee di alta e bassa
tensione, ecc. Tutti servizi venduti, come è noto, dalle grandi
società elettriche (in Italia Enel e Edison, in Francia EdF).
Bene, chi è il maggior partner della Francese Renault? EdF. Chi
sta diventando la proprietaria di Edison in Italia? Ancora EdF.
Chi insiste con Enel per un aumento delle forniture energetiche
francesi (prodotta dalle centrali nucleari) sulla rete elettrica
italiana? Non sorprenda se la risposta è sempre: EdF. Infine chi
è lo sponsor principale con € 250.000 del Motor Show di Bologna
– oggi di proprietà di una società francese – per un padiglione
dedicato alle auto elettriche? Enel. «A pensar male si fa
peccato, ma molto spesso ci si azzecca», diceva qualcuno.
Quindi, quale sarà l’auto di domani? Ancora non lo sappiamo, ma
adesso, se vogliamo essere economici ed ecologici dovremmo
utilizzare tranquillamente il GPL o il metano per le auto di
oggi. Il settore italiano del gas non sta difendendo ciecamente
il proprio orticello. Il gas per autotrazione, con la sua
tecnologia d’avanguardia e le sue eccellenze, difende tutti
contro gli interessi, nascosti, di pochi, perché… del doman
non v’è certezza.
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Ugo Nazzarro
Se avete commenti
o volete scrivere al direttore, usate:
direttore@ecomobile.it
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N. 102 Lug/Ago 2012
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