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1.
La
Resurrezione – Sansepolcro museo civico – è una delle più famose
opere di Piero della Francesca dove, nei suoi tanti simbolismi,
rappresenta il Piero politico. La bandiera delle crociate, con
riferimento al Regno di Gerusalemme e le sue leggi (note come lettere
del Santo Sepolcro), la maestria pittorica dei volti dei soldati
romani dormienti e il paesaggio diviso in due parti - a destra
lussureggiante a sinistra brulla - dal corpo del Cristo. Un mirabile
incrocio di stili, simboli e cultura di quei tempi.
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Il famoso studio dei volti
per un guerriero in battaglia fatto da Leonardo per la sua Battaglia
di Anghiari mai portata a termine. E' di questi giorni una nuova
scoperta di altri studi della Battaglia celati sotto un affresco del Vasari
nel Salone dei Cinquecento a Firenze
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La mitica Fiat Marea GPL che, con un
normale impianto prodotto da Imega di Sansepolcro percorse circa
25.000 chilometri a gas in 40 giorni
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Quasi a ridosso della sorgente del Tevere e dove le
morbide colline toscane iniziano a diventare montagne, Sansepolcro è al
centro di un crocevia di confine, tra cultura, storia e la
naturale bellezza di un territorio ancora per molti versi incontaminato.
Anche se la sua origine documentata è riconducibile a due pellegrini
ritornati dalla Terra Santa che, nel X secolo, in quella zona -
mirabiliter dulcis - vi fondarono una comunità benedettina dedicata
al Santo Sepolcro, recenti ricerche hanno appurato che nell’area sorgeva
già un antico fortino difensivo romano, poi abbandonato alla caduta
dell’impero.
Ben presto intorno all’abbazia sorse un attivissimo Borgo
che si sviluppò rapidamente con fiere, mercati e commerci di ogni tipo
tra l’alta valle del Tevere e la pianura padana a nord, la vale
dell’Arno a ovest, i porti dell’adriatico e Roma ad est e a sud. Nei
corso degli anni, Sansepolcro divenne dominio di diverse Signorie, ma
restò sempre “terra di confine”, crocevia economico, militare e
culturale.
Il Borgo diede i natali – nel 1416 - ad una delle più
emblematiche figure del rinascimento italiano, Piero di Benedetto de'
Franceschi, noto comunemente come Piero della Francesca, il
quale, quasi immedesimandosi nel crocevia commerciale e culturale della
valle, realizzò un mirabile intreccio fra l’umanesimo, la religione, la
riproduzione della realtà e la tecnica prospettica, con opere
fondamentali della pittura rinascimentale italiana.
In prossimità di Sansepolcro, arroccato su di un monte
raggiungibile da un'unica strada, si erge Anghiari, teatro di una famosa
battaglia, tra una lega capeggiata da Firenze e l’esercito di Luca Maria
Visconti sceso da Milano il 29 giugno del 1440. Lo scontro fu reso
celebre da una pittura murale commissionata a Leonardo da Vinci che,
attraverso varie vicissitudini, non fu mai terminata. Di quell’opera
oggi restano solo alcuni mirabili studi autografi e copie antiche di
altri autori; anche i cartoni originali sono andati perduti sembra a
causa dello stesso Leonardo che li bruciò, forse indispettito dal
fallimento della sua nuova tecnica di essicazione a caldo. Quel poco che
resta ci lascia un ricordo unico dell’opera artistica e dell’evento
pieno di espressioni e dettagli di grande effetto. Per la cronaca, la
battaglia, una delle ultime con eserciti senza armi da fuoco, fu un
grande giostrare di movimenti di cavalleria e di fanteria alla difesa di
un ponte con attacchi e contrattacchi che vide molti capitani di
ventura prigionieri e riscattati, ma poche vittime. Anche se in
realtà sembra che i caduti furono circa 400 uomini e 800 cavalli,
memorabile fu l’ironica descrizione del Macchiavelli che registrò un
solo caduto scrivendo: «Ed in tanta rotta e in
sì lunga zuffa che durò dalle venti alle ventiquattro ore, non vi morì
che un uomo, il quale non di ferite ne d'altro virtuoso colpo, ma caduto
da cavallo e calpesto spirò».
Ai giorni nostri l’area con al centro Sansepolcro è un
territorio quasi integro dove anche un semplice gita enogastronimica è
resa piacevole da in un ambiente protetto la cui salvaguardia è scopo di
molti amministratori e semplici cittadini. Non deve lasciare sorpresi il
fatto che la mobilità ecologica da queste parti è molto diffusa. Solo a
Sansepolco si contano 1.860 auto a gas, tra GPL e metano, su un
circolante di 11.514 auto circolanti (un incredibile 16,2%). L’auto a
gas è apprezzata a tal punto che da qui è partita l’dea di fare, nel
2008, un raid estivo fino a Pechino con una Fiat Marea a gas – oltre
24.000 chilometri percorsi a GPL - con un messaggio di pace per le
ultime olimpiadi e, nel 2011, un viaggio invernale fino a Stalingrado
-nel ricordo dei sodati italiani e di tutti i caduti nell’inverno delle
steppe russe - fatto a bordo un Pick-Up Gonow GA2000 rigorosamente a
GPL.
La scelta di un carburante ecologico utilizzato per
queste due avventure – perché tali sono state – non è stata casuale o
commerciale, ma discende dalla volontà di informare e affermare che oggi
ogni percorso è possibile con un carburante pulito il cui uso è comune
anche in condizioni difficili nel grande caldo del deserto del Gobi
come nel freddo siberiano.
La vicissitudine
meteorologica che sta colpendo l’Europa passando dalla soffocante scorsa
estate africana dei +40° al rigido vento siberiano dei
-20° di questi giorni, se ci allarma per il clima ci tranquillizza sul
fatto che possiamo usare la nostra macchina a gas sempre
Ugo Nazzarro
Un anno
fa Emanuele Calchetti e Guido Guerrini hanno intrapreso un
lungo e difficile tragitto: il Raid Umanitario
Roma-Volgograd-Roma. Un percorso di oltre 8700 km alle
gelide temperature dell’inverno russo, a bordo del pick up
Gonow GA200 Ecomode GPL, equipaggiato di soli
pneumatici da neve e di hard top. Le condizioni
metereologiche proibitive hanno messo a dura prova il
veicolo, ma il pick up è riuscito nell’impresa senza
particolari inconvenienti. Superata anche la prova
ambientale: i due viaggiatori hanno utilizzato solo GPL per
l'intero percorso. |
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Il viaggio rivive nel libro via
Stalingrado di Pietruzzi Editore. Le tappe puntualmente
raccontate evocano nel lettore lo spettacolo del paesaggio
glaciale e lo stile di vita nelle città incontrate. Un
diario di bordo che riporta alla memoria anche le zone della
disfatta italiana sul fiume Don durante la Seconda Guerra
Mondiale. |
Nel freddo della tundra russa
fioriscono, anche a -14°,
le stazioni di rifornimento
di GPL. Comportamento
eccellente del Gonow GA2000
alimentato a GPL
con un impianto Imega
che non avuto
nessun problema derivante dal
freddo siberiano |
Se avete commenti o volete
scrivere al direttore, usate:
:
direttore@ecomobile.it
in collaborazione con
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