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Un po’ di storia

 

Il Metano negli anni '40

 

 

 

 

Una recente Opel Zafira EcoM a metano "di fabbrica"

 

 

Il gas per autotrazione, che conta oggi al mondo quasi 10 milioni di veicoli, si è diffuso anche grazie alla flessibilità d’installazione dei suoi sistemi di alimentazione che ben si adattano alle varie tipologie di veicoli su cui vengono applicati. Infatti, non sono pochi gli esempi di auto ingegnerizzate e prodotte per essere ottimizzate nel funzionamento a gas, ma il più delle volte le versioni a GPL o a metano delle autovetture vengono sviluppate lasciando invariati i principali parametri motoristici delle motorizzazioni a benzina; ciò può accadere anche nel caso di veicoli nuovi bi-fuel.

Per quanto riguarda gli aspetti omologativi, la certificazione di tali sistemi di “conversione” a gas e della loro installazione sui veicoli era stata finora materia non armonizzata, né a livello internazionale (Nazioni Unite) né in Europa (Unione Europea).

I regolamenti ECE/ONU 67/01 e ECE/ONU 110/00, che sono pietre miliari nel settore, hanno codificato a livello internazionale i requisiti di omologazione dei “singoli” componenti dei sistemi di alimentazione, introducendo nuovi dispositivi, importantissimi per la sicurezza delle autovetture, e fissando i requisiti essenziali di sicurezza anche per l’installazione dei componenti stessi sulle auto. Tuttavia, tali regolamenti sono ufficialmente indirizzati alla progettazione e costruzione dei soli veicoli nativi a GPL, cioè quelli prodotti direttamente dalle case automobilistiche.

Le amministrazioni più sensibili – prima tra tutte quella italiana – hanno adottato i suddetti regolamenti anche per le operazioni di conversione a gas in post-vendita, rendendo obbligatori anche in questo ambito sia i requisiti di sicurezza relativi all’omologazione dei singoli componenti sia quelli riguardanti l’installazione degli impianti sulle auto.

Ancor più diversificate a livello mondiale sono state fino ad oggi le modalità di certificazione dei sistemi di alimentazione gas per quanto riguarda le emissioni inquinanti. Pur senza una norma internazionale, la maggior parte degli stati europei ha, comunque, anche in questo caso, ritenuto necessario fissare regole “nazionali” di omologazione ambientale poiché, sebbene i gas abbiano dei vantaggi naturali evidenti grazie alla loro composizione e alle loro modalità di combustione, è corretto verificarne il comportamento reale, cioè è opportuno verificare se le apparecchiature di alimentazione siano effettivamente capaci di sfruttare le proprietà ecologiche di questi carburanti. 

In Italia, ad esempio, è richiesta un’omologazione “nazionale” di tipo dei sistemi di alimentazione - nel senso che i sistemi si testano su veicoli tipo – che fa riferimento alle direttive europee di omologazione delle autovetture (Direttive Euro) sia per i limiti da rispettare che per le procedure di prova.

Ciò premesso, considerato il contesto normativo generale, estremamente variegato a livello internazionale, gli esperti ministeriali di quasi tutto il mondo, presenti a Ginevra nell’ambito ECE/ONU, hanno avvertito la necessità di emanare una norma che regolasse l’approvazione dei “sistemi” di conversione a gas sia per la parte relativa alla sicurezza – facendo mero riferimento ai Reg. 67/01 e 110/00, già obbligatori per i veicoli originali - che per quella inerente all’ambiente, rifacendosi alle stesse direttive europee di omologazione delle autovetture originali (Direttive Euro).

Nel 1998 è quindi cominciato un lungo lavoro per la stesura di un regolamento che avesse queste finalità e che potesse soddisfare le esigenze dei paesi interessati al progetto. Nell’ottobre del 2003 è finalmente entrato in vigore tale regolamento che ha preso il numero 115. Ciò ha decretato definitivamente l’armonizzazione delle regole di omologazione dei kit di alimentazione gas in quasi 50 paesi, praticamente tutti i paesi dell’Europa occidentale e dell’est europeo fino alla Russia nonché l’Australia, il Sud Africa, la Nuova Zelanda e la Corea

 

La doppia alimentazione benzina/gas auto

Lo schema di un moderno impianto GPL

 

 

Vengono generalmente predisposti per l’alimentazione a GPL o a metano gli autoveicoli a benzina, ottenendo un mezzo a doppia alimentazione benzina/GPL o benzina/metano.

Ciò avviene installando uno speciale kit di alimentazione ed un serbatoio per il carburante aggiuntivo.

Il passaggio all’alimentazione a gas è automatico ed inavvertibile, segnalato solo dall’indicatore posto sul cruscotto. L’automobilista non rileva nessuna differenza nelle prestazioni della vettura. Invariate quindi ripresa, velocità e potenza. Le nuove tecnologie – per le quali l’Italia è leader nel mondo -  garantiscono consumi contenuti e un’ottima autonomia.

Sono convertibili a gas praticamente tutti i veicoli a benzina, catalizzati e non, a carburatore o ad iniezione. L’operazione viene effettuata da un’officina specializzata, dalla casa costruttrice dell’auto o dal concessionario.

Distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, sono circa 5.000 le autofficine abilitate ad installare impianti di alimentazione a GPL e metano. L’installazione richiede circa 2 giorni compreso il collaudo e il fermo macchina  può durare anche solo un giorno.

Il veicolo convertito a GPL o a metano è soggetto al collaudo tecnico da parte degli uffici provinciali della Motorizzazione Civile del capoluogo di provincia ove ha sede l’officina installatrice. Superato il collaudo, viene aggiornata la carta di circolazione per attestare l’avvenuta installazione dell’impianto a gas, anche ai fini dell’ottenimento di eventuali incentivi pubblici e/o agevolazioni fiscali.

Il costo della conversione varia a seconda del livello tecnologico dell’auto e quindi del sistema di alimentazione a gas che occorre installare, nonché in virtù delle condizioni locali di mercato. Un’indicazione utile per l’utente è fornita dal Listino Prezzi Massimi concordato dalle Associazioni di categoria.

Manutenzione, un’auto a gas non richiede una cura diversa rispetto a quella a benzina. E’ comunque consigliabile controllare l’impianto a gas ogni 25.000 km e seguire le indicazioni dell’officina di installazione e del costruttore dell’impianto.

I serbatoi attualmente in commercio sono di forma cilindrica o toroidale. il primo viene posto nel portabagagli solitamente appoggiato al retro dello schienale posteriore dell’auto, mentre il secondo, disponibile solo per l’alimentazione benzina/GPL, grazie alla sua particolare forma viene posto nel vano della ruota di scorta. In questo secondo caso, si evita un ingombro fisso nel portabagagli e la ruota di scorta può essere o sostituita con un spare wheel kit o altrimenti gestita come un qualsiasi altro bagaglio.

GPL: il serbatoio , insieme al gruppo valvolare, deve essere sostituito ogni 10 anni. La sostituzione deve essere annotata sulla carta di circolazione dopo avere sottoposto nuovamente l’auto al collaudo tecnico della Motorizzazione Civile.

Metano: i serbatoi di metano installati a bordo dei veicoli (sia nuovi di fabbrica, sia trasformati) sono soggetti a verifiche periodiche. A seconda del tipo di bombole  installate, tali verifiche vanno effettuate ogni 4 o 5 anni:

  • Bombole di omologazione nazionale (DGM) – devono essere controllate ogni 5 anni facendo riferimento alla data di costruzione o dell’ultima revisione delle bombole stesse;

  • Bombole di omologazione internazionale (R110) – devono essere controllate ogni 4 anni a partire dalla data di immatricolazione del veicolo.

In entrambi i casi, ci si deve rivolgere alle officine di installazione/assistenza impianti a gas che provvedono alle operazioni necessarie addebitando i soli costi di manodopera, poiché in Italia il ricollaudo delle bombole e la loro eventuale sostituzione, nel caso queste non risultassero più idonee, sono gratuiti

 
I modelli a GPL e metano offerti dalle case automobilistiche  

Da qualche anno anche le case automobilistiche si stanno interessando all’alimentazione a gas. Sono quindi numerosi i modelli offerti agli automobilisti già dotati di impianto GPL o metano e possono essere di due tipi:

  • Modelli a benzina sui quali le case costruttrici, o le relative reti di vendita, installano un impianto a gas, a veicolo nuovo al momento dell’immatricolazione; in questo caso formalmente il mezzo risulta trasformato, con collaudo della Motorizzazione Civile;

  • modelli omologati anche a gas, per i quali l’omologazione risulta direttamente dalla carta di circolazione. Sono attualmente i più numerosi.

La recentissima Volkswagen UP a metano presentata al Motor Show di Bologna nel 2011

La trasformazione di un veicolo a gasolio    
Tecnicamente è possibile, ma fino ad ora l’elevato costo di trasformazione ha reso l’opzione antieconomica. Esistono comunque casi di autobus e di furgoni a gasolio convertiti con successo a gas, mentre sperimentazioni avanzate sulle autovetture sono in corso.

 [Vedi Test Drive di una vettura Gasolio+Metano]

 
I Regolamenti internazionali  

Da oltre dieci anni regolamenti internazionali ECE ONU– identici per performance, sicurezza, caratteristiche tecniche ed ambientali ai regolamenti esistenti per benzina e gasolio – regolano il settore.

Requisiti e procedure di omologazione dei sistemi di conversione a gas per gli autoveicoli sono attualmente disposti, oltre che dai Regolamenti ECE/ONU 67-01 (GPL) e ECE/ONU 110 (metano), dal Regolamento ECE/ONU 115, in vigore nella sua prima stesura dall’ottobre del 2003. Per adeguarlo ai progressi tecnologici raggiunti sia nelle auto che nei sistemi di alimentazione a gas, un gruppo di lavoro a guida italiana è stato incaricato della sua revisione. Al termine dei lavori un emendamento migliorativo è stato proposto in sede europea ed accolto dalle Nazioni Unite nel giugno 2005 nelle sue linee fondamentali.

Le principali novità sono la specializzazione dell’impianto a gas - che deve essere ottimizzato dal costruttore per funzionare perfettamente sulla famiglia di veicoli per la quale è stato omologato - e l’introduzione del manuale di installazione specifico per ogni veicolo e per ogni kit, affiancato dalla raccomandazione delle Nazioni Unite di istituire corsi teorico-sperimentali per la qualificazione delle officine installatrici di tali sistemi.

Come si diceva, tale Regolamento è in vigore dall’ottobre del 2003 e nella sua versione emendata dal gennaio 2006 è riconosciuto in tutti gli Stati aderenti al sistema ECE/ONU, cioè quasi 50. Il regolamento ha raggiunto l’obiettivo importantissimo dell’armonizzazione a livello internazionale del settore gas, a vantaggio degli operatori e degli automobilisti.

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Agg. 05/06/2014 16:00