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Ven, Apr
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Col biometano fino all’Artico

Turismo
Tipografia

Guido Guerrini, giornalista e viaggiatore, rigorosamente con mezzi a basso impatto ambientale ci racconta l’ultima impresa, portata a termine con la sua associazione Torino – Pechino nel corso dell’estate.

Lui stesso sottolinea l’obiettivo: Percorrendo diecimila chilometri dall’Italia al Nord Europa il Bio Cng European Tour ha voluto mandare un preciso messaggio su quello che si può già fare oggi con il biometano. Nove nazioni e diecimila chilometri, l’87% percorsi utilizzando solo biometano. Se il Bio Cng European Tour, progetto nato con il sostegno di Piccini Paolo Spa, Snam4Mobility, Ngv-Italy e con il patrocinio delle più importanti realtà del mondo del gas naturale, si fosse limitato a toccare il Circolo Polare Artico, la percentuale di biometano utilizzata per l’intero viaggio sarebbe stata il 100%. La volontà dell’equipaggio, formato dal sottoscritto, non nuovo a viaggi utilizzando energie alternative, e da Fabio Cofferati, scrittore con la passione delle due ruote, è stata quella di andare oltre le infrastrutture più settentrionali per il rifor36 nimento di biometano, raggiungendo Capo Nord usando in piccola parte anche carburanti tradizionali. 
Altra scelta del Bio Cng European Tour è stata quella di affidarsi ad una normale auto di serie, una Seat Leon Tgi con impianto a metano, per rappresentare un esempio per la maggior parte degli utenti del mondo del gas naturale con cui paragonare consumi e percorrenze. Lo stile di guida è stato volutamente il più realistico possibile, con velocità sostenute ma sempre entro i limiti previsti o raccomandati da ogni nazione attraversata. La percorrenza media è stata di circa 30 chilometri con un chilogrammo di gas naturale. 
Il viaggio, a cavallo tra luglio ed agosto, non è stata l’impresa più difficile della nostra carriera di “ecoviaggiatori”: i chilometri erano meno di altre avventure e i pericoli minori rispetto a quelli di steppe e deserti dell’Eurasia. Molti gli elementi di interesse perché non era affatto scontato che saremmo riusciti a coprire quasi tutta la percorrenza usando biometano, allo stesso tempo in alcune parti d’Europa, a partire dall’Italia, rifornirsi con gas naturale bio è stata una caccia al tesoro. Idem in Svizzera e Austria, anche se in terra elvetica tutti i punti di rifornimento hanno almeno un 20% di biometano. Più facile dalla Germania in poi, vista la massiccia presenza di biogas sia lungo le strade tedesche che in quelle scandinave. La Germania merita di essere citata anche per i prezzi del gas naturale allo stesso livello degli anni passati. Se nel resto d’Europa abbiamo rifornito pagando tra i 2 e i 3,5 euro a chilogrammo, in Germania il prezzo oscillava tra 0,99 e 1,26 euro. 
I paesi scandinavi sono un paradiso per chi utilizza il gas naturale: self-service sempre aperti e presenti lungo gli itinerari principali, ottimamente indicati dalla segnaletica e senza mai un problema pagando con carte o bancomat. Unico neo il prezzo elevato dei rifornimenti, sia in assoluto che rapportato con benzina e gasolio, seppure con forti incentivi ad usare il biometano. Nelle stazioni dove erano presenti sia metano che biometano, quest’ultimo beneficiava di sconti per indirizzare anche il consumatore che guarda solo l’aspetto economico. Sia in Svezia che in Finlandia siamo stati invitati a visitare impianti di produzione di biogas. Ci ha molto colpito sia il lavoro decennale fatto per educare la popolazione nella direzione del recupero del rifiuto, sia il veloce reimpiego del gas prodotto, utilizzato perfino per alimentare stazioni di ricarica elettriche spesso ubicate a fianco degli erogatori di metano. 
Le stazioni metano più a nord sono rispettivamente a Boden (Svezia) e Oulo (Finlandia) e permettono di raggiungere il circolo polare e  tornare con un pieno. Una delle rispo ste date dal viaggio è il fatto che c’è ancora strada da fare per arrivare ai livelli dei paesi nordici, che si sono mossi nella direzione del biometano ben prima delle recenti dinamiche internazionali che hanno aumentato l’esigenza di rafforzare l’indipendenza energetica. L’altro elemento, sicuramente non una novità, e su cui l’Italia si sta lentamente adeguando, è quello della possibilità di rifornimento self-service. Infine, come già sottolineato, c’è un lavoro culturale e sociale che riguarda la sensibilità del cittadino, in cui non può bastare l’intervento delle istituzioni ma è necessaria una presa di coscienza sull’importanza di una corretta gestione dei rifiuti.

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